lunedì 18 maggio 2015

da "il Quotidiano della Basilicata" di giovedì 14 maggio 2015



L'ANALISI
I pretesti e le verità
Com'è difficile distinguerli
Dal Duni di Matera all'assessore alla cultura di Potenza passando per la spiaggia di Pisticci

di LUCIA SERINO

Il Teatro Duni di Matera
Bisogna raccontare i talenti e le energie positive, tenendo ben presenti i problemi di una comunità complessa come la Basilicata, ma fuggendo dalla retorica populistica dello sfascio a buon mercato. Soprattutto in campagna elettorale.
Due notizie vale la pena riprendere, anzi tre, per raccontare la Basilicata di questi giorni.
La prima notizia è quella che riguarda la spiaggia di Pisticci. Di Trani non è certo un sindaco sospettabile di simpatie filo governative. E' uno storto del Pd e spesso si è infilato anche in situazioni che lo hanno messo a rischio. Non è la prima volta che commissiona analisi private. Lo ha fatto anche stavolta. E ha comunicato che i fanghi della spiaggia di Cavone sono innocui. Sta difendendo il turismo del suo territorio, sta parteggiando per Pittella o ha, molto più concretamente, verificato la fondatezza di un allarme? Sui temi ambientali questo giornale non può certo essere sospettato di lealismo col potere. Tra i molti milioni di risarcimento danni per i quali è stato citato da persone che si sono sentite danneggiate e offese dalla nostra “disinformazione” la gran parte riguardano proprio articoli su questi temi. Che sono stati regolarmente accolti come notizia di reato da parte della Procura di Potenza. I giornalisti non sono poliziotti e guai a mischiarsi con essi, come purtroppo troppe volte è avvenuto in questa regione. Oggi però non basta più semplicemente raccontare, come era specificità della nostra professione un tempo. Il buon giornalismo è quello che denuncia ma anche quello che si prende cura, che si sforza di concorrere a un obiettivo di bene pubblico. Siamo solo una spinta di una forza più grande. Buttare benzina sulla rabbia sociale è da irresponsabili.
La seconda notizia è il tweet di Paolo Verri sul Duni di Matera. Lavoro in un'azienda privata. Il mio editore mi ha appena detto che le provvidenze pubbliche sono come un terno a lotto. Ora ci sono e domani no. E mi ha chiesto un piano editoriale sostenibile con il budget del piano industriale. Un teatro, un giornale. Luoghi della comunità. Pensate che ci sia una gerarchia? Quale? Come intervenire sulle contraddizioni del mercato? Quale sforzo fa un privato per resistere? Capisco che Verri sia sia scusato ma ha detto delle cose che sono condivisibili e che tutti pensano. Solo che siamo in campagna elettorale e dunque le fazioni si combattono anche così. Un vero peccato. Matera ha bisogno di internazionalizzare l'orizzonte culturale. Come fece sessant'anni fa la scuola di Portici di Manlio Rossi Doria (ricordata ieri da Ottavio Ragone nell'editoriale del suo insediamento nella redazione napoletana di Repubblica), anticipando idee e proiettandole oltre la dimensione locale. Quel pensiero l'avvocato De Ruggieri lo conosce bene, perchè è il suo brodo culturale. Ancora oggi, a questo punto della campagna elettorale, mi chiedo come sia stato possibile dividersi a Matera.
Infine Potenza, azzoppata e sgangherata. Non mi è piaciuta la defenestrazione dell'assessore De Francesco, per quanto io abbia una cultura agli antipodi della sua e mi sia trovata più volte ad attaccarla. Non mi sono piaciuti i tempi e i modi. E mi sono anche per un attimo sentita responsabile essendo il Quotidiano l'unico giornale ad aver riportato le dichiarazioni critiche che l'assessore aveva fatto la settimana scorsa, sia contro la vecchia amministrazione sia contro i lacci amministrativi della nuova. Ha detto delle cose sacrosanti. Da quelle dichiarazioni è partita la censura del sindaco De Luca che forse cercava solo un pretesto. Nel giorno della conferenza stampa sulla parata dei Turchi, a domanda precisa della collega Lorusso sul perchè dell'assenza dell'assessore, il sindaco ha taciuto i veri motivi, affermandone – anzi – altri. Il che è già grave. Ad oggi il sindaco non ha spiegato i motivi della defenestrazione. E' evidente che è una scelta politica e non di merito. Se non è così ci spiegasse la giusta causa del licenziamento.
giovedì 14 maggio 2015

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