Da Basilicatanet - 22 gennaio 2016
AGR
L’aeroporto Basilicata-Enrico Mattei di Pisticci è una delle
quattro priorità del Governo Regionale per il 2016 ed è ad uno snodo
ravvicinato decisivo per la sua operatività con il ddl Bilancio della
Regione 2016-2018 che sarà approvato in Consiglio il 26 gennaio prossimo
che conterrà un finanziamento diretto. Lo sostiene una nota del Centro
Studi Turistici Thalia con un riconoscimento al Presidente Pittella per
aver creduto nella sostenibilità del progetto al quale viene dato un
arco di 18 mesi di sperimentazione. Una conferma della validità della
scelta si ottiene dai dati di fine anno di Assoaeroporti: nel 2015 è
proseguito il trend di crescita per il sistema aeroportuale italiano,
trend iniziato nel 2014 dopo 2 anni di contrazione (2012-2013). Gli
aeroporti italiani hanno infatti registrato, rispetto al 2014, un
incremento del traffico passeggeri, pari al 4,5%, un aumento dei volumi
di merce trasportata pari al 3,6% e un incremento del numero complessivo
dei movimenti degli aeromobili pari all'1%. Ed un ulteriore
incoraggiamento dalla Cassa Depositi e Prestiti che insiste: “Bisogna
investire da ora per aumentare la capacità di gestione del traffico
passeggeri degli aeroporti italiani, rafforzando i cosiddetti minori,
altrimenti entro i prossimi 10 anni i problemi di congestione degli
scali potrebbero determinare un decadimento dei livelli di servizio e
ripercussioni su economia e competitività nazionale".
Per approfondire le problematiche relative alle strutture aeroportuali
il Thalia ha realizzato un report su tre casi di piccoli aeroporti
regionali: lo scalo di Pescara, quello di Crotone e quello di Foggia. In
tutte e tre i casi le Regioni non solo difendono “strenuamente” gli
aeroporti ma hanno investito in fondi propri. La Regione Abruzzo – che
ha definito una legge specifica la L.R. n°40/2015 recante:
"Valorizzazione dell'aeroporto d'Abruzzo” - ha approvato un progetto di
riqualificazione dell'aeroporto d'Abruzzo per un ammontare complessivo
di 8,3 milioni di euro. In particolare si tratta del "Completamento e
rafforzamento del sistema logistico di mobilità regionale per favorire
lo sviluppo economico territoriale in riferimento alla movimentazione
passeggeri e merci" (importo finanziamento 3,9 mln) e della
"Riqualificazione area landside" (importo finanziamento 4,4 mln). I due
interventi rientrano nel quadro del Programma PAR FSC Abruzzo 2007/2013-
La Regione Puglia è impegnata nella delicata questione degli aiuti di
Stato, sollevata rispetto allo stanziamento CIPE di 14 milioni di euro
per il potenziamento dell’aeroporto “Gino Lisa” di Foggia. E’ stato
insediato un tavolo tecnico-istituzionale che ha convenuto di chiedere
un approfondimento in questo senso agli uffici dell’UE anche per
sviluppare un’attività in coerenza con quanto il Piano nazionale
aeroporti prevede per la revisione della classificazione degli scali
aeroportuali.
La Regione Calabria infine ha investito nel mese di ottobre scorso 2
milioni di euro e più di recente altri 3 milioni di euro ai Comuni
chiedendo di poter garantire il trasferimento alla società aeroportuale
Sant’Anna di Crotone e il presidente della Regione Mario Oliviero ha
ribadito che “non possiamo rinunciare all'aeroporto e si deve lavorare
con determinazione perché non un solo minuto si sospenda l'attività". La
strada seguita dalla Regione Calabria è particolarmente significativa: i
3 milioni di euro provengono da royalties Eni.
Dopo il report del Thalia sull’impatto dell’Enrico Mattei sull’economia
lucana - un incremento del Pil pro-capite Basilicata tra il 2 e il 2,5%
(solo nel primo anno di attività); un’occupazione diretta di una
cinquantina di unità; un’occupazione indiretta (attività di servizi ed
altro) di circa 150 unità; incremento della spesa turistica
pro-viaggiatore tra il 5 e l’8%; aumento di insediamenti produttivi
(piccole e medie aziende) dell’ordine di una dozzina (solo nel primo
anno di attività) e di 150-180 nuovi posti di lavoro, a cui aggiungere
il Polo Didattico Aereonautico e di Formazione per figure professionali
del settore aeronautico (Progetto Winfly) per un’occupazione stabile
(laureati-esperti) di altre decine di unità – c’è quello della Cassa
Depositi e Prestiti. II contributo complessivo del sistema aeroportuale
all'economia italiana è stimato pari al 3,6% del Pil" considerando
"l'impatto diretto, indiretto e indotto degli scali". E visto che il
trend del traffico è in continuo aumento, e dovrebbe passare dai 150
milioni del 2014 a circa "170 milioni nel 2030, gli investimenti,
sottolinea Cdp, vanno messi in campo subito per sventare il rischio
"congestione" con conseguenti "evidenti ripercussioni" sull'economia. Il
potenziamento della capacità degli scali, si legge nel report, "dovrà
essere realizzato in primis razionalizzando e ottimizzando la capacità
esistente, in secondo luogo favorendo l'utilizzo di quella disponibile
negli scali più piccoli che possono fungere da 'riserva di capacità' per
quelli più grandi in coincidenza dei picchi di traffico o
specializzarsi progressivamente su particolari segmenti di attività". E’
necessario tenere conto di due aspetti: da un lato, l’impatto che la
presenza stessa di infrastrutture aeroportuali sui territori produce in
termini di occupazione, reddito e valore aggiunto, dall’altro l’effetto
che un adeguato livello di connettività aeroportuale è in grado di
determinare sul sistema economico. A quantificare l’impatto economico
della rete aeroportuale sul PIL si giunge considerando diverse tipologie
di impatto: l’impatto economico diretto, ovvero l’occupazione, il
reddito e il valore aggiunto generati dalle attività direttamente legate
alla gestione aeroportuale. In questa categoria ricadono ad esempio le
attività connesse a vettori, controllori del traffico aereo, aviazione
generale, handler, sicurezza, dogane, manutenzioni; l’impatto economico
indiretto, in questo aggregato sono considerate anche anche tutte le
attività che si collocano a valle della filiera della gestione
aeroportuale e dell’aviazione in generale. l’impatto economico indotto,
in questo caso si considera l’impatto generato dal reddito prodotto
dagli occupati del settore avio sugli altri settori economici. Accanto a
queste tre tipologie di impatto, applicabili a tutti i settori di
attività economica, nel caso degli aeroporti si aggiunge una quarta
tipologia, il cosiddetto impatto catalitico, riferito al più ampio
ventaglio di benefici economici connessi alla presenza di piccoli
aeroporti.
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