Da “La gazzetta del Mezzogiorno” del 13 dicembre 2015
IMPORTANTE VERTICE A
ROMA
VELIVOLI
Oggi
l'aviosuperficie è autorizzata per ospitare voli fino a 9 passeggeri. Alzare il
tetto significa creare nuove prospettive
FINANZIAMENTI
Con
i 9 milioni dirottati su Salerno, in tre anni la pista Mattei avrebbe
consentito di volare a circa 120mila
persone
La
pista «Mattei» cerca la promozione
Domani
all'Enac per voli fino a 20-30 passeggeri
MASSIMO
BBAMCATI
Non
c'è traccia della pista Mattei nel piano nazionale degli aeroporti. Ma per
Alfredo Cestari della Win Fly, la società che gestisce l'impianto di Pisticci,
non è un problema. La sua è una politica dei piccoli passi che - è l'auspicio –
porterà dritto al traguardo. Un passo lo compirà proprio domani nella sede
romana dell'Enac (Ente nazionale per l'aviazione civile) dove l'ingegnere
Icaro, originario di Moliterno, porterà documenti e schede tecniche per chiedere
di alzare il tetto massimo di passeggeri da 9 a 20-30: «Ci auguriamo - dice
Cestari - che sia un'ulteriore tappa del nostro processo di crescita. Verso
l'estate prossima contiamo di avere l'autorizzazione per trasportare passeggeri
fino a 50 posti. Sarebbe importante per gli eventi legati a Matera 2019 ma
anche per tutto il contesto turistico e commerciale».
Forse
sarebbe più facile se al suo fianco camminasse la Regione. Ma viale Verrastro ha
puntato sull'aeroporto di Pontecagnano...
«Quella di finanziare l'impianto salernitano è
una scelta che rispetto ma che non condivido. Avranno avuto i
loro buoni motivi».
Dichiarazione
diplomatica...
«Beh,
se devo dirla tutta credo che la politica si sia divisa tra pro e contro
l'aviosuperficie di Pisticci».
I
9 milioni dirottati su Pontecagnano le avrebbero fatto comodo...
«Su
questo non ci sono dubbi. Avremmo potuto garantire costi bassi per i voli (da
60 a 70 euro) trasportando in tre anni
circa
120mila persone. Senza contare le ricadute in termini occupazionali e di
sviluppo quantificabili in circa 35-40 milioni di euro».
In
tutta questa storia gioca un ruolo anche la convinzione che la Basilicata, con il
suo potenziale bacino d'utenza, non possa reggere un aeroporto. La struttura di
Rimini, tanto per fare un esempio in linea con il nostro territorio, boccheggia.
La stessa Pontecagnano è impantanata...
«Ma
Rimini è vicina a tutta una serie di aeroporti e Pontecagnano risente della
forte concorrenza di Napoli. La nostra situazione è diversa. Oltre ai lucani
intercetteremmo i territori confinanti. Proprio nei giorni scorsi sono venuti a
visitare
la
nostra struttura alcuni sindaci calabresi che rappresentano circa 150mila
abitanti. Un'area a 30 chilometri da Pisticci. E non dimentichiamoci che a 35
chilometri c'è Taranto».
Solo
un anno fa la sua società si è aggiudicata la gara per l'aviosuperficie. È già
un grande risultato trovarsi a parlare di prospettive...
«Già.
La pista veniva fuori da un dissequestro e siamo riusciti in poco tempo ad
avere l'autorizzazione dall'Enac per far atterrare voli privati fino a 9 posti.
In questi mesi abbiamo «ospitato» circa 210 voli, riuscendo a far inserire l'aviosuperficie
nelle carte aeronautiche italiane».
Deluso
dal mancato inserimento di Pisticci nel piano nazionale degli aeroporti?
«No.
E le spiego perché. È come iscrivere all'università uno che ha appena
terminato la terza media. L'esclusione non è colpa del governo ma tecnicamente non
era possibile far parte del piano. Servono step infrastrutturali e
amministrativi. Andiamo avanti con l'obiettivo di crescere per gradi. Ora possiamo
far volare aerei con nove posti, speriamo di alzare questa soglia già domani
all'incontro dell'Enac. In prospettiva guardiamo al tetto dei 50 posti che ci
consentirebbe di mettere a punto un'organizzazione più complessa, con riflessi
anche sul fronte occupazionale».
Insomma,
Pisticci non molla la presa...
«Assolutamente.
Siamo nel pieno di un processo di sviluppo». Il sogno di un aeroporto lucano
continua. E parla inequivocabilmente pisticcese.
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