Di seguito il documento finale del Consiglio Comunale Congiunto
celebrato a Marconia il 7 novembre scorso in materia di “Attività di ricerca ed
estrazioni idrocarburi nel Mar Jonio: discussione ed eventuali iniziative”
IL CONSIGLIO COMUNALE DI PISTICCI
Premesso
che:
- è
in corso di attuazione da parte di Arpab il recepimento della politica
comunitaria di Strategia di Difesa del Mare che mira alla conservazione ed al
miglioramento delle qualità biologiche e chimiche del mare;
-
non ancora quantificati secondo i parametri E-PRTR sono i danni e le
conseguenze degli impatti già avuti in terraferma da parte dell’industria
petrolifera e relativo indotto causando un non misurato debito ecologico;
-
non ancora avviate sono le bonifiche dei siti SIN regionali;
- non
ancora pubblicato è lo studio dell’ISS sul bioaccumulo in Val Basento né
risulta realizzata alcune campagna epidemiologica sul suolo regionale;
-
stando ai dati Metapontum Agrobios in diverse aree petrolizzate della
Basilicata vi sarebbe già stata una contaminazione della catena alimentare
nelle aree petrolizzate;
-
Ispra o altre arpa accreditate non hanno mai svolto indagini specifiche sullo
stato biologico e chimico nonché sedimentologico dei fiumi lucani e quindi dei
loro apporti costieri;
-
Non censito chiaramente è l’impatto ambientale delle centinaia di pozzi
minerari chiusi, abbandonati o dichiarati sterili all’interno del suolo
regionale né chiara è la natura della loro destinazione d’uso o la tipologia di
sostanze in essi re-iniettate;”
- il
13 ottobre scorso il Ministero per l'Ambiente ha adottato i decreti nn. 212 e
213 che hanno autorizzato la Shell, multinazionale petrolifera, ad effettuare
ricerche di idrocarburi nel Mar Jonio;
i
permessi di ricerca sono il D73 e il D74, l’area di esplorazione, su cui la
Shell effettuerà attività di ricerca è stimata in 1.347 Chilometri quadrati,
suddivisa in due macroaree, la prima di circa 730 Km Quadrati e dista 27
miglia nautiche da Taranto e circa 15 dalla Regione Calabria, la seconda è di 617 km Quadrati a 8 miglia da
Trebisacce;
- agli ultimi pareri favorevoli a procedimenti
V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale), bisogna aggiungere che quelli
rilasciati a Giugno del 2014 (DR74) su richiesta dell’Appenine Energy e
a Giugno del 2015 (D79) quello rilasciato all’ENEL Longanesi;
Visto
l’art. 38 della legge n. 174/2014 c.d.
“Sblocca Italia” che, tra l’altro, stabilisce il carattere strategico,
indifferibile ed urgente delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione
di idrocarburi che, di fatto, depotenzia il ruolo delle Regioni e degli Enti
locali nell’ambito dei relativi procedimenti amministrativi e determina una
semplificazione delle procedure amministrative per l’ottenimento dei permessi e
delle concessioni;
Visto
l’art. 35 del “Decreto Sviluppo”, convertito in L. n. 134/2012, rispetto anche
alle disposizioni in materia di estrazione in mare entro le 12 miglia;
Considerato
che le attività legate all’estrazione di idrocarburi
notoriamente
non determinano benefici per i territori interessati, sia dal punto di vista
lavorativo che economico, tali da compensare i danni e rischi conseguenti anche
per la salute e l’ambiente;
possono
alterare significativamente gli equilibri sotterranei, incidendo sulla
idrogeologia e sismicità del territorio e, come ha dimostrato il disastro
ambientale provocato dall’incidente avvenuto nel maggio del 2010 nel Golfo del
Messico a 1.500 m di profondità, non esistono tecnologie attualmente sicure;
il
metodo di ricerca utilizzato è l’airgun, per la sua capacità di fornire un
rilievo dettagliato e affidabile della stratigrafia dei fondali marini, basato
su un meccanismo che prevede il rapido rilascio di aria compressa che genera
onde a bassa frequenza utili a mappare la presenza di idrocarburi, il rumore
generato dalla tecnologia richiamata, volendo utilizzare un metodo di
confronto, è pari a 100.000 volte quello del motore di un jet; inoltre,
l’airgun, così come dimostrato da organismi scientifici internazionali, può
determinare un’alterazione dell’ecosistema ed in particolare sulla fauna
ittica;
Atteso che
le
ricerche minerarie in mare di certo avrebbero un’incidenza negativa sullo
sviluppo di settori strategici, soprattutto per le aree Joniche, quali il
turismo, la pesca e l'agricoltura;
molte
aree della di Basilicata, Calabria e Puglia (parchi, riserve, ecc.)
rappresentano un mosaico complesso di biodiversità dovuto proprio alla grande
variabilità del territorio e che molte di queste sono tutelate dal punto di
vista naturalistico e ambientale;
Considerato
che
da decenni
l’Unione Europea sta puntando sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, come
alternativa all’utilizzo delle fonti fossili;
nell’ottobre scorso, il Presidente della
Commissione Bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti insieme ad altri 30
Parlamentari, ha presentato un’interpellanza urgente con la quale si “chiede al Governo, di riconsiderare e
modificare, in tempi brevi la Strategia Energetica Nazionale, promuovendo la
produzione di energia da fonti rinnovabili e riducendo, al contempo energia da fonti fossili”.
Considerato
che
molte
sono state le forme di dissenso verso le nuove disposizioni in materia di
estrazioni di idrocarburi espresse dalle Regioni e dai Comuni d’Italia anche
attraverso impugnazioni delle norme di legge, di atti amministrativi e, da
ultimo, attraverso il sostegno e la proposizione di quesiti referendari volti
alla modifica delle norme in argomento;
All’unanimità
di voti espressi dai presenti in forma palese.
DELIBERA
1) Di
approvare quanto in narrativa quale parte integrante e sostanziale del presente
atto.
2) Di
ribadire la netta contrarietà a strategie energetiche basate prevalentemente
sull’utilizzo di idrocarburi;
3) Di
voler intraprendere congiuntamente tutte le legittime forme di protesta e
contrasto per impedire che si proceda all’estrazione di idrocarburi nel Mar
Jonio.
4) Di
dare mandato al Presidente Anci Basilicata di fissare un incontro fra Sindaci,
Associazioni e il Presidente del Consiglio Renzi
5) Di
dare mandato ai Sindaci al fine di procedere con:
·
Emissione di ordinanze sindacali in applicazione
del principio di precauzione
·
Ricorso al TAR
·
Mobilitazione popolare
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