Lettera a: Prefetto di Matera, Presidente della Giunta Regionale Marcello Pittella, Assessore Regionale all’Ambiente Aldo Berlinguer, Assessore Regionale alla Salute Flavia Franconi, Eni Spa Divisione
Exploration & Production, Tecnoparco Valbasento S.p.A.
Mi rivolgo alle istanze in indirizzo per un
necessario chiarimento anche alla luce delle recenti notizie di stampa che
potrebbero apparire fuorvianti senza le dovute precisazioni rispetto al
deliberato del Consiglio Comunale di Pisticci in materia di inquinamento.
L’Amministrazione Comunale di Pisticci fin dal suo
insediamento, come dimostrano le linee programmatiche di mandato, ha fatto
della tutela della salute, della salvaguardia dell’ambiente e della ricerca
delle occasioni occupazionali, i capisaldi della sua azione politica come
dimostrano atti e deliberati.
La vicenda dell’inquinamento dell’area industriale
della val Basento è nota tanto che la zona è stata dichiarata sito SIN (Sito di
Interesse Nazionale) ed il CIPE stanzia 42 milioni di euro per la bonifica
della Val Basento, appunto, e dell’altro sito SIN lucano che insiste sul
territorio del comune di Tito.
Diversi segnali di allarme sono stati lanciati
dagli operatori agricoli della zona e molte aziende, anche di conclamata
eccellenza, sono state costrette a chiudere per incompatibilità ambientale. È
problematico, infatti, produrre e garantire sul piano qualitativo e commerciale
il pecorino canestrato in un’area altamente inquinata; è improbabile far
passare per genuini i prodotti dell’agricoltura della val Basento; era
impossibile pretendere che gli animali che si allevavano in quell’area
potessero reggere il confronto con quelli di altre zone non rinomate per
matrici inquinanti come dimostrano certificazioni di ARPAB e dell’ASM con
relative richieste ai comuni di Pisticci e Ferrandina di emissione di Ordinanza
di divieto di attingimento delle acque per uso umano e zootecnico a causa dell’inquinamento
delle falde acquifere; è arduo in uno scenario di questo tipo immaginare la difesa
dei livelli occupazionali senza la programmazione di interventi mirati che
tengano conto di tutti i comparti della produzione.
Tutte le misure adottate negli anni non hanno
impedito un processo di desertificazione delle attività agricole e, insieme, lo
svuotamento delle strutture industriali della valle: nell’area vi sono circa
70.000 metri quadri di capannoni inutilizzati. A tale proposito sarebbe
interessante analizzare i dati occupazionali di tutti i comparti della zona e
la loro evoluzione (meglio dire involuzione) negli ultimi anni: certamente
dovremmo contare a decine e centinaia i posti di lavoro persi. Se la zona
industriale è poco appetibile agli investitori e se chi, come Montorsi,
rinuncia ad investire a causa dell’inquinamento la responsabilità non è da
attribuire a chi chiede una maggiore tutela dell’ambiente.
Se questo è, un motivo ci dovrà pure essere e non
certo perché il Consiglio Comunale di Pisticci delibera un atto con il quale
chiede alla Regione Basilicata la massima trasparenza in materia di smaltimento
di sostanze inquinanti contenenti idrocarburi e, come certifica l’ARPA di
Basilicata, radionuclidi. Non la chiusura di alcuna attività industriale chiede
la delibera consiliare ma l’interdizione dello smaltimento presso lo
stabilimento di Tecnoparco, di cui è azionista anche la Regione Basilicata, dei
reflui provenienti dall’esterno dell’area in attesa delle azioni di bonifica e
di garanzie in materia di impatto ambientale.
Si badi che richieste dello stesso tenore vengono
da un numero sempre maggiore di cittadini e tra i compiti delle istituzioni,
non dimentichiamo, è prioritario quello di raccogliere le istanze della
popolazione e dare rappresentanza alle sue legittime aspettative. In caso
contrario, presidente Pittella, il numero degli elettori che si recheranno alle
urne sarà sempre più esiguo e la colpa certo non è di chi si astiene dal voto
ma di chi si astiene dall’ascolto.
Alla condizione di carattere generale della Valle
del Basento si aggiunga la persistenza di miasmi, segnalato centinaia di volte
dai cittadini di Pisticci Scalo, cosa che mina quotidianamente la loro serenità,
questo si con grave rischio di “ripercussioni su ordine pubblico e incolumità
di lavoratori e popolazioni”. A nulla
sono servite le rassicurazioni e gli interventi promessi volta per volta. Si
deve registrare, infatti, che i rimedi posti in essere non hanno prodotto gli
effetti sperati.
Ribadisco quello che da tempo sosteniamo in tutti i
tavoli di concertazione e cioè che per la depurazione e lo smaltimento delle
acque di lavorazione del petrolio si devono applicare le migliori tecnologie
che esistono (BAT o WOW), che sono anche italiane e che sono utilizzate nel
mondo, perché non a Pisticci Scalo? Esistono tecnologie di microfiltrazione e
osmosi inversa che, tra l’altro, riducono anche l’utilizzo dell’acqua nei
processi di depurazione. A tale proposito suggeriamo ad Eni e Tecnoparco
Valbasento a sperimentare la tecnologia Wow (Wonderful Water), che riesce a
trasformare i liquami, anche radioattivi, in acqua pura, realizzata da un
gruppo di ricercatori in collaborazione con l’ARPAV di Padova, il CNR e
l’Università di Pavia e utilizzata attualmente in provincia di Vercelli per
decontaminare il sito nucleare di Avogadro di Saluggia.
È chiedere troppo? Sono farneticazioni le
preoccupazioni dei cittadini che leggono in vari studi e ricerche il costante
aumento dell’incidenza delle patologie tumorali in Basilicata? Sono fantasie quelle
riportare nello studio Sentieri? Sono immaginazioni quelle del “Current cancer profiles of the italian regions”, studio
effettuato dall’Istituto Superiore della Sanità in collaborazione con
l’Istituto Tumori di Milano, secondo cui dal 1970 i tumori maligni in
Basilicata cresce spaventosamente e continuerà a crescere nel futuro, mentre
altrove i tumori sono in decremento? È illegittima la preoccupazione di fronte
all’ipotesi (dell’antimafia, non nostra) di falsificazione dei codici CER e
smaltimento illegale dei reflui presso Tecnoparco?
Questo è quello che
sappiamo noi e che sanno i cittadini, se altri hanno dati diversi e meno
dolorosi, se hanno altri dati rispetto alla qualità dell’aria, tali da
garantire il benessere futuro dei lucani, lo dimostrassero anche al di fuori
della riservatezza che si preferisce con alcuni interlocutori ma sappiano che
di fronte avranno persone con la schiena dritta che non si lasciano
condizionare da nessun potere e che ragionano e studiano per non essere succubi
degli stati umorali dei potenti presso i quali sarebbe stato troppo facile
mandare tutti coloro che si sono ammalati negli ultimi anni o che hanno dovuto
chiudere la loro azienda o che convivono quotidianamente con i miasmi.
Sono convinto che gli strumenti per combattere la
crisi economica ed occupazionale risiedano in un ripensamento complessivo della
val Basento e delle politiche per il turismo, che è il comparto in forte
espansione nel mondo, e la Basilicata avrebbe tutti i requisiti per
intercettare la ripresa se solo riuscisse a guardare oltre la coltre di
petrolio che l’avvolge; se il petrolio fosse concepito come una necessità e
come risorsa necessaria per programmare il futuro, se solo riuscissimo a
capire, tutti, che il vero petrolio sono le nostre bellezze storiche,
naturalistiche e culturali che tanto più possono essere utilizzate quanto più
l’aria, la terra e l’acqua sono pulite. Occorrerebbe una concertazione tra le
istituzioni, i sindacati e le imprese per individuare e sfruttare quelle
ricchezze che continueranno ad esistere, se tutelate, anche dopo l’esaurimento
dei giacimenti dei combustibili fossili.
Noi ci siamo e ci saremo sempre per dare il nostro contributo e la
nostra caparbietà nel ricercare le soluzioni nell’interesse della collettività,
saremo sempre al fianco dei lavoratori per le loro rivendicazioni per difendere
e aumentare i livelli occupazionali; respingiamo in modo risoluto le accuse che
qualcuno indirizza all’Amministrazione Comunale di voler togliere lavoro, ma
nessuno ci convincerà mai che l’inquinamento possa essere barattato con beceri
ricatti.
Pisticci 12 dicembre 2014
Il Sindaco
Dr. Vito di Trani
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