Esternalizzazione del Servizio di Igiene
Pubblica: i falsi miti.
“(…) Nella vita
politica l'attività fantastica deve essere illuminata da una forza morale: la
simpatia umana; ed è aduggiata dal dilettantismo, cosi come fra gli scienziati.
Dilettantismo che è in questo caso mancanza di profondità spirituale, mancanza
di sentimento, mancanza di simpatia umana. (…)
(Antonio Gramsci)
I cavalieri duri e puri,
lancia in resta, indirizzano l’ennesimo attacco, purchessia,
all’amministrazione comunale. Oggetto del contendere è, questa volta, è la
gestione del servizio di Igiene Urbana e affermano che i nostri si pongono
“come obiettivo urgente e necessario un ritorno alla gestione pubblica dei
servizi”.
Bene, diciamo subito che in
linea di principio siamo d’accordo; la nostra formazione politica e culturale,
infatti, ci porta a prediligere il pubblico rispetto al privato, soprattutto in
alcuni settori anche in ragione del principio enunciato (veterocomunista?)
secondo cui il pubblico non pone alla base il profitto ma la qualità del
servizio. Ed è proprio in ossequio a questo principio che abbiamo percorso
tutte le vie possibili nel tentativo di mantenere la gestione diretta della
Raccolta di RSU, anche provando a sensibilizzare i lavoratori affinché si
costituissero in cooperativa. Alla fine, considerando il numero esiguo dei dipendenti
comunali rimasti in organico, l’impossibilità a ricorrere a nuove assunzioni o
di poter stabilizzare i Lavoratori Socialmente Utili e il divieto di costituire
società municipalizzate, abbiamo dovuto optare per l’esternalizzazione del
servizio come avviene, per gli stessi motivi, nella stragrande maggioranza dei
comuni italiani e come avviene in tutti i comuni contermini.
Informiamo i nostri che la
medesima cosa avviene nei diciassette comuni (anzi quindici, se escludiamo
Quarto e Comacchio dove i sindaci sono stati democraticamente espulsi
dall’esercito dei duri e puri) amministrati da colleghi dei nostri prodi
cavalieri dove, guarda un po’, si verificano gli stessi inconvenienti
riscontrabili altrove, soprattutto nella fase dell’avvio della raccolta porta a
porta e dove, udite udite, i cittadini lamentano disfunzioni anche gravi e
pagano il servizio che, nella quasi totalità dei casi, è ben più caro rispetto
a Pisticci. Questo nonostante abbiano un territorio quasi sempre molto meno
esteso, una dimensione demografica superiore e, conseguentemente, un maggiore
presidio del territorio. Come dire, passata la campagna elettorale, tutto il
mondo è paese, i problemi sono gli stessi, con stessi tentativi di soluzioni
che non sempre danno in frutti sperati e nei tempi previsti. Chi amministra lo
sa bene anche quando sul campanile garrisce la fulgida bandiera dei duri e
puri.
Parlare, quindi, di
risultati disastrosi a pochissimo tempo dell’avvenuta esternalizzazione del
Servizio di Igiene Urbana a Pisticci, è prematuro considerando anche le
particolari problematiche che interessano la gestione complessiva dei rifiuti
dell’intera regione la cui competenza, non deve sfuggire, è provinciale e
regionale. Siamo convinti che, superata la fase iniziale e risolti i problemi
dei flussi, Pisticci avrà un modello di raccolta differenziata porta a porta
efficace che consentirà il raggiungimento delle quote previste di rifiuti differenziati anche grazie
all’indispensabile collaborazione dei cittadini e dei cavalieri di ogni
contrada.
Si badi che il Servizio di
Igiene Urbana prevede, oltre alla raccolta e trasporto dei RSU, una serie di
servizi tra cui: lo spazzamento delle
sedi stradali nelle zone abitate, il ritiro dei rifiuti nelle aree dei mercati,
il lavaggio e il diserbo stradale nei centri abitati, la pulizia di cunette e
canali di scolo dei centri abitati, il recupero del materiale ferroso, di
altri tipi di ingombranti e dei RAEE, della pulizia delle spiagge e delle
disinfestazioni.
Il bando di
esternalizzazione prevedeva che il 70% della forza lavoro necessaria
all’espletamento del servizio dovesse essere costituita dai lavoratori che
garantivano il servizio per conto del comune. Fatti due semplici conti, a tutti
i lavoratori precari era assicurato il passaggio e la stabilizzazione alle dipendenze
dell’impresa appaltatrice: un miglioramento rispetto al rapporto precario in
essere con il comune.
Naturalmente ogni lavoratore
può compiere la scelta che ritiene più opportuna, ma certo è che
l’Amministrazione si è premurata di tutelarli in ogni fase delle trattative con
l’impresa e i sindacati.
Non ci piace dare giudizi
sull’operato delle altre amministrazioni che agiscono tenendo conto della
propria realtà, certo le cose non sono esattamente come raccontate perché anche
a Policoro la Raccolta dei RSU è affidata a un’impresa privata. Il comune
commercializza direttamente la quota differenziata ma sostiene i costi del
conferimento in discarica dell’indifferenziato. Noi abbiamo previsto delle
penali per il gestore qualora non si dovessero raggiungere gli obiettivi
previsti nel capitolato d’appalto.
Questa è la storia vera o donne
e audaci cavalieri. Noi, più modestamente, siamo fallibili ma non codardi e
mai ci trinceriamo in vantaggi o convenienze, semplicemente ci misuriamo in
singolar tenzone ogni giornata evitando, quando ci riusciamo, le imboscate
della sorte, e dei cavalieri duri e puri.
Pisticci 11 aprile 2016