L'ANALISI
I pretesti e le verità
Com'è difficile distinguerli
Com'è difficile distinguerli
Dal Duni di
Matera all'assessore alla cultura di Potenza passando per la spiaggia di
Pisticci
di LUCIA
SERINO
Il Teatro
Duni di Matera
Bisogna raccontare i talenti e le energie positive,
tenendo ben presenti i problemi di una comunità complessa come la Basilicata,
ma fuggendo dalla retorica populistica dello sfascio a buon mercato.
Soprattutto in campagna elettorale.
Due notizie vale la pena riprendere, anzi tre, per
raccontare la Basilicata di questi giorni.
La prima notizia è quella che riguarda la spiaggia di
Pisticci. Di Trani non è certo un sindaco sospettabile di simpatie filo
governative. E' uno storto del Pd e spesso si è infilato anche in situazioni
che lo hanno messo a rischio. Non è la prima volta che commissiona analisi
private. Lo ha fatto anche stavolta. E ha comunicato che i fanghi della
spiaggia di Cavone sono innocui. Sta difendendo il turismo del suo territorio,
sta parteggiando per Pittella o ha, molto più concretamente, verificato la
fondatezza di un allarme? Sui temi ambientali questo giornale non può certo
essere sospettato di lealismo col potere. Tra i molti milioni di risarcimento
danni per i quali è stato citato da persone che si sono sentite danneggiate e
offese dalla nostra “disinformazione” la gran parte riguardano proprio articoli
su questi temi. Che sono stati regolarmente accolti come notizia di reato da
parte della Procura di Potenza. I giornalisti non sono poliziotti e guai a
mischiarsi con essi, come purtroppo troppe volte è avvenuto in questa regione.
Oggi però non basta più semplicemente raccontare, come era specificità della
nostra professione un tempo. Il buon giornalismo è quello che denuncia ma anche
quello che si prende cura, che si sforza di concorrere a un obiettivo di bene
pubblico. Siamo solo una spinta di una forza più grande. Buttare benzina sulla
rabbia sociale è da irresponsabili.
La seconda notizia è il tweet di Paolo Verri sul Duni
di Matera. Lavoro in un'azienda privata. Il mio editore mi ha appena detto che
le provvidenze pubbliche sono come un terno a lotto. Ora ci sono e domani no. E
mi ha chiesto un piano editoriale sostenibile con il budget del piano
industriale. Un teatro, un giornale. Luoghi della comunità. Pensate che ci sia
una gerarchia? Quale? Come intervenire sulle contraddizioni del mercato? Quale
sforzo fa un privato per resistere? Capisco che Verri sia sia scusato ma ha
detto delle cose che sono condivisibili e che tutti pensano. Solo che siamo in
campagna elettorale e dunque le fazioni si combattono anche così. Un vero
peccato. Matera ha bisogno di internazionalizzare l'orizzonte culturale. Come
fece sessant'anni fa la scuola di Portici di Manlio Rossi Doria (ricordata ieri
da Ottavio Ragone nell'editoriale del suo insediamento nella redazione
napoletana di Repubblica), anticipando idee e proiettandole oltre la dimensione
locale. Quel pensiero l'avvocato De Ruggieri lo conosce bene, perchè è il suo
brodo culturale. Ancora oggi, a questo punto della campagna elettorale, mi
chiedo come sia stato possibile dividersi a Matera.
Infine Potenza, azzoppata e sgangherata. Non mi è
piaciuta la defenestrazione dell'assessore De Francesco, per quanto io abbia
una cultura agli antipodi della sua e mi sia trovata più volte ad attaccarla.
Non mi sono piaciuti i tempi e i modi. E mi sono anche per un attimo sentita
responsabile essendo il Quotidiano l'unico giornale ad aver riportato le
dichiarazioni critiche che l'assessore aveva fatto la settimana scorsa, sia
contro la vecchia amministrazione sia contro i lacci amministrativi della
nuova. Ha detto delle cose sacrosanti. Da quelle dichiarazioni è partita la
censura del sindaco De Luca che forse cercava solo un pretesto. Nel giorno
della conferenza stampa sulla parata dei Turchi, a domanda precisa della
collega Lorusso sul perchè dell'assenza dell'assessore, il sindaco ha taciuto i
veri motivi, affermandone – anzi – altri. Il che è già grave. Ad oggi il
sindaco non ha spiegato i motivi della defenestrazione. E' evidente che è una
scelta politica e non di merito. Se non è così ci spiegasse la giusta causa del
licenziamento.
giovedì 14
maggio 2015
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