In
conseguenza degli ultimi avvenimenti, nello specifico delle risultanze
delle analisi sui reflui trattati presso Tecnoparco di Pisticci Scalo,
provenienti del COVA di Viggiano, si evincono alcune rilevanti
incongruenze riguardo alle dichiarazioni rese sulle stesse.
Giova
innanzitutto specificare che il Radon 226 (RA-226) è un elemento
radioattivo naturale che in concentrazioni elevate può determinare
alterazioni a carico del DNA cellulare degli esseri viventi, uomo
compreso, con conseguenti neoplasie.
Ciò
premesso e senza voler creare allarmismi non si riesce a
comprendere come mai l’Eni in un suo comunicato stampa del 17/11/2014
abbia affermato: “è sempre stata verificata l’assenza di livelli di
RA-226 nelle acque di produzione e di ogni altra anomalia radiometrica
variabile”.
L’affermazione
stupisce non poco in quanto giorni prima ARPAB nella relazione che
illustrava le risultanze delle analisi effettuate su diverse matrici tra
cui campioni di acque di produzione prelevati dalle autocisterne
provenienti proprio dal COVA di Viggiano rileva, tra l’altro,
attraverso analisi di spettrometria gamma un valore di 9,7 E-01 Bq/L
(2.55 E-01 I.M.).
Tre le domande che ci poniamo e poniamo a coloro che dovranno assumere le decisioni a tutela della salute e dell’ambiente:
- Se l’Eni sostiene sempre nel citato comunicato: “Da oltre 10 anni si svolgono controlli periodici, effettuati da un organismo di controllo certificato, sulle acque fossili per uso industriale e i residui che, pur contenendo radionuclidi naturali, non sono considerati radioattivi”, mette in discussione i dati di ARPAB?
- Chi certifica e controlla i dati che fornisce Eni?
- A chi si deve affidare la popolazione?
La nostra preoccupazione,
infine, deriva non già dai valori relativi, ma dalle quantità che da
anni giungono presso l’impianto di Tecnoparco Valbasento S.p.A. che,
ricordiamo, non e fornita delle autorizzazioni AIA previste per il
trattamento di sostanze radioattive.
Pisticci, 19/11/2014Il Forum Ambientale Permanente
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