E' stata convocata per domani 11 settembre 2013 un’assemblea generale
dei sindaci della Regione Basilicata a cui sottoporre la bozza di
documento sul petrolio. L'assemblea si terrà a porte chiuse all'Hotel
Grumentum alle ore 18,30 a Grumento Nova. Si riuniranno i sindaci dei
Comuni di Grumento Nova, Montemurro, Paterno, Tramutola, Sarconi,
Spinoso, Pisticci, ed altri che vorranno sostenere alcuni principi e
proposte presenti nella bozza di documento che verrà discussa, "al fine
di superare la situazione di allarme - cita la nota - ambientale e
sociale persistente in Basilicata, in conseguenza delle estrazioni
petrolifere e nell’ottica di ripensare il modo attraverso il quale tale
risorsa può concretamente incidere in positivo soprattutto sulle attuali
e sulle nuove generazioni lucane".
Di seguito la bozza completa che sarà presentata e discussa domani:
BOZZA DI DOCUMENTO PROGRAMMATICO
La storia di una protesta
Da anni la Basilicata ed in particolare l’Alta Val d’Agri,
nell’ultimo decennio, assicura il più alto approvvigionamento di oil
& gas a livello nazionale; con la realizzazione della quinta linea
nel Centro Oli di Viggiano e la conclusione dei lavori a Tempa Rossa di
Corleto Perticara nel Medio Agri, tale approvvigionamento sarà ancor più
determinante.
Paradossalmente la presenza e l’utilizzo di consistenti risorse
(idrocarburi, acqua) non compensano ad oggi, le legittime richieste di
un territorio che rappresenta a noi Sindaci tutte le difficoltà per
affrontare il quotidiano, con i propri figli, oggi ancor più di ieri,
costretti a cercare opportunità lavorative in altre zone d’Italia se non
all’Estero.
L’impegno dei Sindaci è stato vanificato da una non comprensibile
indifferenza, un impegno che dovrebbe coinvolgere tutti i livelli
istituzionali per assicurare, la tutela ambientale, salute e lavoro per
promuovere, benessere e tranquillità alle popolazioni che vi abitano.
Stanchi, rispetto a tanta inerzia, e di non poter dare risposte a chi
legittimamente, a fronte dei pesanti aspetti negativi delle estrazioni
petrolifere, attende ricadute positive specie in ambito occupazionale,
che non siano i pochi mesi di lavoro legati ad eventi occasionali o
eccezionali e consapevoli della drammatica realtà in cui versa l’intero
territorio regionale, ed in particolare la Val d’Agri, i Sindaci di
SARCONI-MONTEMURRO-SPINOSO-GRUMENTO NOVA-PATERNO e TRAMUTOLA, già nel
Febbraio 2013 hanno ritenuto opportuno rimettere il mandato nelle mani
del Prefetto affinché ciò potesse essere da stimolo per affrontare con
determinazione le emergenze evidenziate e dare segnali concreti alle
collettività, deluse e mortificate da un’apatia che non può e non deve
appartenere ad una classe dirigente che, invece, deve dare risposte ai
propri concittadini.
Stretti dalle preoccupanti situazioni in cui versano i Comuni Lucani,
la questione “Filiera del Petrolio” oggi si allarga e coinvolge altre
aree della Regione Basilicata, vedi Val Basento e non solo. E’ di questi
giorni la protesta di altri Sindaci, dei comuni facenti parte della
concessione mineraria Gorgoglione, contro un metodo, consolidato già
nell’Alto Agri, che vede attori solo le compagnie petrolifere e pochi
altri.
Il nuovo percorso
Oggi la Regione Basilicata, naviga a vista, senza una precisa idea di
sviluppo, tra evidenti anomalie e contraddizioni, e la preoccupazione
aumenta se si pensa al ruolo del territorio una volta esaurito l’effetto
petrolio, ed in particolare i territori maggiormente interessati alle
estrazioni come la Val d’Agri, la Val Camastra ecc.. L’esempio della Val
Basento e Tito (Aree SIN), che scontano in Basilicata un fenomeno di
fine industrializzazione legato alla fonte petrolio, dove non è stato
concepito, ancora oggi, un modello di reindustrializzazione, basato su
tecnologie mild ecocompatibili a basso impatto, all’insegna della
sostenibilità ambientale e della salute.
Basti pensare che, nei due siti interessati, ad oggi, non si è ancora
provveduto alla bonifica dei processi industriali consumati negli
ultimi cinquant’anni. Al contrario, invece, è il caso Tecnoparco di
Pisticci Scalo, vi giungono milioni di metri cubi di acque di estrazione
del petrolio, che determinano per “approssimazione tecnologica del
processo di smaltimento”, un effetto sommatorio ed un conseguente
aumento dell’impatto ambientale di questo territorio (Vedi Miasmi e
tracce di petrolio nei sedimenti nel fiume) e di tutto il territorio a
valle interessato dal Basento, dove insistono attività agricole di
pregio, fino a mare, territorio quest’ultimo ad elevata valenza
turistica.
Per queste ed altre legittime motivazioni, l’Intera Regione
Basilicata, ha il dovere di ripensare ad un nuovo modello della filiera
del petrolio, capace anche di reinvestire le risorse attuali, di una
fonte energetica esauribile come il petrolio, per la crescita e lo
sviluppo di tutto il nostro territorio.
LE NOSTRE PROPOSTE
I Sindaci dei Comuni di Grumento Nova, Montemurro, Paterno,
Tramutola, Sarconi, Spinoso, Pisticci, ed altri che vorranno sostenere
questi principi, al fine di superare la situazione di allarme,
ambientale e sociale persistente in Basilicata, in conseguenza delle
estrazioni petrolifere e nell’ottica di ripensare il modo attraverso il
quale tale risorsa può concretamente incidere in positivo soprattutto
sulle attuali e sulle nuove generazioni lucane,
CHIEDONO:
1. Di riconoscere il valore strategico della Regione Basilicata in
campo energetico nazionale, attraverso azioni immediate al superamento
delle persistenti criticità in termini di sviluppo socio-economico;
2. Di attivare un diverso sistema di monitoraggio e di intervento
“modello ombrello” , permanente su tutto il territorio regionale per:
salute, ambiente, acqua, suolo, sottosuolo, ciclo dei reflui, cause di
decesso, ecc., anche prendendo spunto da Sistemi di Monitoraggio già
sperimentati altrove e già pronti ad essere impiegati, vedi PIANO DI
MONITORAGGIO DELL’ARIA elaborato dai ricercatori dell’Università di
Firenze e di Oxford e presentato, alla presenza della Regione, a
Moliterno il 26 Novembre 2012 a cui anche l’Eni, con nota del
22-11-2012, ha dato pieno valore. Progetto che, per la presenza di
centraline anche nei paesi a valle del centro oli, completerebbe il
monitoraggio già implementato dall’Arpab a seguito della DGR 627/2011;
3. Di predisporre un piano di salvaguardia e tutela della risorsa
acqua sia superficiale che sotterranea da ogni forma di possibile
rischio derivante dalle attività estrattive;
4. Una maggiorazione del 30% delle attuali royalties destinate alla
Regione, con la quale promuovere lo sviluppo dell’intera Regione
Basilicata, dando priorità alla rimozione di criticità locali
conseguenti alle attività estrattive ed ammodernamento delle
infrastrutture regionali;
5. Di destinare il 30% dell’attuale tassazione applicata sui
carburanti prodotti dalle estrazioni in Basilicata, alla
defiscalizzazione delle attività produttive operanti su tutto il
territorio regionale, con maggiore attenzione a soluzioni innovative che
rendano la Regione meno dipendente dai mercati esterni;
6. Di assegnare un’aliquota di almeno il 30% del gas prodotto nelle
lavorazioni del petrolio, alla Regione Basilicata per concedere sgravi
alle famiglie ed alle attività produttive;
7. Di predisporre, da parte delle Società titolari di Concessioni per
la coltivazione di idrocarburi in Basilicata, specifici piani
strategici occupazionali per almeno 2000 unità lavorative ogni 50 mila
barili estratti al giorno; unità lavorative prelevate dai comprensori
interessati dalla filiera del petrolio regionale;
8. Di dare rapida attuazione a quanto previsto nel cosiddetto “Memorandum”;
9. La piena applicazione della legge n.40/95 che prevede testualmente
: “Articolo 1 – L' aliquota relativa ai giacimenti petroliferi siti
nella Val d' Agri devoluta alla Regione ai sensi della legge 11- 1- 1957
n. 6 è destinata allo sviluppo delle attività economiche ed
all'incremento industriale del comprensorio interessato così come
delimitato dalla tabella A (35 Comuni del Programma Operativo)”, finora
completamente disattesa;
10. Che per lo sviluppo delle aree della filiera del petrolio, ed in
particolare del comprensorio Val d’Agri si dia priorità assoluta alle
seguenti azioni:
Predisporre ed attuare il Piano di emergenza e protezione civile dell’intero comprensorio;
Rendere operativo l’Osservatorio ambientale, il monitoraggio
dell’aria, dell’acqua, del suolo e sottosuolo, monitoraggio delle
colture, Valutazione Impatto Sanitario;
Ampliare le aree industriali ed incentivarne gli insediamenti;
Gestire i rifiuti a livello comprensoriale con sistemi innovativi;
Ammodernare le infrastrutture comprensoriali: reti del gas, reti
irrigue, reti fognanti, impianti di depurazione, reti idriche, reti
viarie (collegamento della Val d’Agri alla Salerno-Reggio Calabria);
Rendere funzionali tutte le aree artigianali o industriali di tutti i comuni del comprensorio;
Incentivare interventi che facciano nascere nuove imprese nel settore
energetico, vedi tecnologie verdi, per lo sfruttamento di risorse
locali (acqua, boschi, terreni incolti), per filiere corte nel
commercio, nell’agricoltura, nella zootecnia, ecc.,
Pieno efficientamento degli enti istituzionali presenti nel comprensorio;
Incentivare lo sviluppo delle singole comunità assegnando parte delle
risorse disponibili per il Programma Operativo direttamente ai Comuni
di cui alla Tabella A, con semplificazione dei meccanismi di spesa.
11. Che lo sviluppo del comprensorio Val d’Agri, avvenga mediante una
ripartizione delle risorse di cui alla legge 40/95 con il criterio di
prossimità e cioè in funzione della distanza dai punti di maggiore
criticità: Centro oli, pozzi petroliferi e presidi di smaltimento delle
acque di estrazione (fluidi di perforazione e acque di strato); gli
stessi criteri vanno applicati per il reperimento di personale da
impiegare in tutte le attività estrattive, acquisendolo da manodopera
locale in misura non inferiore all’80% di tutto il personale impiegato.
12. Di stabilire gli stessi criteri anche per lo sviluppo del
comprensorio “Tempa Rossa” o altri comprensori interessasti dalle
estrazioni petrolifere o attività correlate alla filiera petrolifera
(come in Val Basento, nell’area industriale di Tito, ecc.), da
individuare e regolamentare con analoga norma di legge regionale o Piani
Operativi.
13. Di sospendere qualsiasi ulteriore autorizzazione tendente
all’aumento di produzione idrocarburi nella Regione Basilicata, almeno,
fino a quando non sono state superate le attuali criticità elencate nei
punti precedenti e raggiunti gli obiettivi indicati.